Sin dai primi anni del secolo scorso, i metodi di progettazione hanno visto l’ausilio di attrezzature di supporto che consentivano all’ingegnere la soluzione di problemi di natura complessa. Un’ingegnere vede e vedrà sempre la parola “complesso” come una sfida con cui misurare le proprie capacità tecnico scientifiche supportate dalle proprie attrezzature. Così nei primi del ‘900 si progettava a mano con matita e calamaio e si calcolava con il mitico regolo risolvendo problemi “complessi” che ancora oggi tengono banco in alcuni temi aperti dell’ingegneria.
Poco a poco arriva il computer ed è rivoluzione. I programmi di calcolo automatico scritti nei diversi linguaggi di programmazione e basati sul Principio dei Lavori Virtuali iniziano a diffondersi tra i professionisti consentendo di velocizzare i calcoli e le verifiche a livelli prima mai neanche immaginati. Di pari passo arrivano i primi software di disegno detto analitico, ovvero basato su codici di calcolo che traducono le linee tracciate sul monitor del computer in stringhe di comando offrendo una velocità ed una precisione impossibile da eguagliare col disegno a mano. Lo sviluppo di tali software avviene ad una velocità impressionante tanto da fornire al giorno d’oggi una strumentazione insostituibile per qualsiasi ingegnere a qualsiasi livello di progettazione.
Certamente il legame ai classici metodi di progettazione rimane forte e vincolato ad un senso di rispetto e riconoscenza per l’origine della professione di ingegnere, ma lo sguardo all’attualità e verso il futuro è più che mai doveroso per le nuove generazioni per offrire servizi sempre più completi e tempestivi con una visione globale dell’opera in progetto.
La progettazione B.I.M. della L.G.A. Engineering
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